Il Mestiere del Capo Villaggio: tra professionalità e divertimento

In questi mesi vi abbiamo fatto conoscere la famiglia 4FUN. I villaggi turistici, gli animatori, i vari professionisti che permettono ai turisti di vivere delle vacanze da sogno in alcune delle location più belle del mondo. Soprattutto vi abbiamo mostrato la via per entrare nel nostro mondo, il MAT. Adesso è giusto far parlare i protagonisti della famiglia 4FUN. Partiamo dal capo villaggio, un ruolo fondamentale. A raccontarci la sua storia è Flavio Granato che ha già diciassette stagioni di esperienza alle spalle.

Come sei diventato Capo Villaggio, qual è stata la tua carriera?

Ho iniziato nel 2006 come animatore del mini club, ruolo che ho ricoperto per tre stagioni. Successivamente sono stato per due anni animatore sportivo, poi due anni da responsabile diurno. Con l’arrivo a Chia sono diventato prima responsabile del mini club, poi capo animazione ed ora capo villaggio. Per questo lungo percorso voglio ringraziare 4FUN, mi sono stati vicini durante la mia crescita e mi hanno sempre supportato.E’ questo il punto di forza di “We Are Family“.

Ti ricordi le emozioni del tuo primo giorno da Capo Villaggio? Come ti sentivi dall’altra parte della barricata?

L’emozione più grande era quella di sapere di avere tutto nelle mie mani, che se fosse andata bene sarei stato molto gratificato ma che, se fosse andata male sarebbe stata una grande sconfitta. Era una sorta di sfida a me stesso.

Come ti prepari ad affrontare la tua giornata di lavoro?

Cerco sempre di avere chiaro quale deve essere il percorso della giornata, quali sono gli obiettivi da raggiungere e quali possono essere gli ostacoli. Poi una bella boccata d’aria e parto.

Di cosa ti occupi all’interno del villaggio?

Mi occupo della gestione di tutte le risorse umane, della programmazione della settimana, della formazione delle risorse umane, della comunicazione con i capi servizio, con la direzione dell’hotel e con la sede centrale.

Tra i tuoi compiti c’è quello di gestire l’equipe di animatori turistici, come fai ad associare ad ogni persona il compito più adatto?

Innanzitutto, partendo dal mini club, le osservo i primi giorni per capire qual è più adatta a stare con i bambini più piccoli e quale con quelli più grandi. Gli altri compiti sono di solito legati al ruolo che hanno all’interno dell’equipe. Quelli generici li divido e quando riesco assegno ad ognuno il compito che preferisce. E’ importante che tutti lavorino bene, con impegno e con cura.

Quali sono le qualità di un buon capo villaggio?

Buona comunicazione, spirito di sacrificio, inventiva ed organizzazione.

Quello di capo villaggio può essere un lavoro per tutta la vita?

Dipende dalle persone, credo, che come per qualsiasi altro lavoro, una prerogativa per farlo per tutta la vita sia lo spirito di sacrificio.

Il ricordo più bello della tua carriera da capo villaggio?

Sicuramente il momento in cui, a ferragosto, con i ragazzi ci siamo buttato nello schiuma party. C’era lo spirito di un team affaticato ma nello stesso tempo soddisfatto di aver intrattenuto i loro ospiti nel migliore dei modi.

Qual è il consiglio che ti senti di dare a chi aspira a diventare capo villaggio?

Di credere a quanto questo lavoro ha insegnato a loro e capire che dall’altra parte della cattedra si diventa insegnanti. C’è il dovere di far innamorare tutti i propri animatori di questo lavoro.

Grazie a Flavio che ci ha fatto entrare per un attimo nelle sacre stanze del capo villaggio. Diciassette anni fa abbiamo visto in lui un talento che forse nemmeno sapeva di possedere. Questo è il nostro talento, saper scegliere le persone giuste. Il viaggio è lungo, ma il primo passo è sempre lo stesso, iscriversi al MAT. Buona Estate e Buon Divertimento.

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