VITA DA ANIMATORE – Castrocaro

Sicuramente per descrivere, evidenziare o meglio spiegare com’è la vita di un animatore non basta solo scrivere, ma bisogna anche viverla. Fare l’animatore? Beh… sicuramente il lavoro più completo e più soddisfacente di tutti gli altri e come ho accennato prima non ci sono parole in grado di descriverlo ma solo grandi emozioni e sorrisi.

Sarebbe bellissimo se tutti almeno una volta nella loro vita provassero cosa significa svolgere questo mestiere, mettersi in gioco tutti i giorni dando il 1000×1000 associando due cose importantissime: LAVORO e DIVERTIMENTO!! Oltre al divertimento che è fondamentale in questo lavoro, fare l’animatore ti offre la possibilità di crearti una fortissima personalità sia a livello emotivo che a livello caratteriale.

Io in primis, quando fu il momento che tanto aspettavo con ansia, il giorno della mia partenza per raggiungere il mio primo villaggio e quindi la mia prima stagione, ero tutt’altra persona. Mi ero già fatto un’idea di come fosse fare questo mestiere, ma mi ero sbagliato. Mi ricordo che partii alla volta del Grand Hotel Terme Castrocaro appena diciottenne e quando si ha quell’età non si ha ben chiaro cosa ci aspetta nel mondo del lavoro. Da quel giorno capii che dovevo tirarmi su le maniche e tirar fuori tutto il meglio di me stesso.

Tant’è che al mio ritorno a casa dopo sei mesi non mi riconoscevano più. Imparai a diventare responsabile, rispettare gli orari, prenderti cura della tua immagine per essere il più presentabile possibile dato che lavori sempre a strettissimo contatto con il pubblico,  tenere un certo comportamento, gestirti i soldi, essere ordinato e soprattutto convivere con gli altri che in fondo non sono altro che la tua seconda famiglia; ma con un particolare: la seconda famiglia più bella che uno possa mai desiderare. Beh, per farla breve diventi proprio indipendente.

In stagione, come ho appena accennato, entri a far parte di una famiglia che non è altro che l’energia e la forza più grande di questo lavoro. A volte può capitare di non andare d’accordo con qualcuno o che si verifichino litigi per banalità assurde ma sotto sotto tutti ci vogliamo bene, ci aiutiamo l’un l’altro! Se si hanno problemi c’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarti e magari darti dei consigli, se si vede una persona in difficoltà con il proprio lavoro si corre in suo aiuto affinchè tutti possano imparare e quindi poi essere indipendenti; e oltre agli ostacoli ci sono loro, le mille risate e pazzie mai viste e provate! ad esempio gli interminabili scherzi, da quello più semplice a quelli elaborati, le pizzate indimenticabili delle 3 di notte quando finisci e c’è un insieme di cose fame, sonno, voglia di stare tutti assieme e voglia di fermare il tempo.

All’inizio può essere dura partire perché ti stacchi dalla tua casa dove hai sempre avuto tutto ciò che per te era la tua quotidianità e a volte non fai ritorno prima di 5-6-7 mesi, quindi è necessario stringere i denti ed andare avanti; molti che non hanno vissuto questa esperienza lavorativa dicono “ah sì l’animatore, sei sempre in vacanza, sei al mare, belle ragazze, bella vita”.. non è proprio così! Sì ci sono anche quegli aspetti, ma c’è tanto da fare. Ad esempio: giornata in spiaggia con 40 gradi in divisa che comprende scarpe, pantaloncino e maglietta sotto il sole rovente sono momenti difficili da sopportare, ma ad un certo punto la fatica e il caldo scompaiono facendo posto a delle emozioni che sprigionano solo attimi di piacere quando vedi le persone davanti a te che stanno svolgendo la tua attività qualunque essa sia (beach volley, acqua gym, tiro con l’arco, ecc…) ed è li che capisci quanto è bello il tuo lavoro.

Poi c’è anche un’altra cosa da tener presente, forse la più importante ed anche la più ineguagliabile; di che sto parlando?… Sto parlando di quella cosa che dopo ore di duro lavoro, dopo ore di prove, dopo mille cambi di costumi ti far drizzare la pelle, ti fa sorridere, ti fa a volte anche piangere di gioia ed è proprio la contentezza e la felicità che senti e vedi in 1000 persone che si alzano e fanno muovere insieme 2000 mani in un lungo e interminabile applauso. Ecco, questo applauso ha tantissimi significati: lavoro di squadra e tanto sudore, ma con un risultato strabiliante non solo per tutti coloro che hanno avuto modo di dimostrarlo salendo su un palco, ma anche per tutti quelli che stanno dietro le quinte: dj, tecnici suoni e luci, costumiste e scenografi. Oltre a tutto ciò hai anche la possibilità di conoscere nuovi luoghi e quindi arricchire le tue conoscenze scoprendo nuove realtà e culture (lingue, strutture, cibi, ecc…).

In questo lavoro c’è un unico momento brutto per non dire bruttissimo, ed è quando bisogna ripartire, quando si fa la valigia per tornare a casa. All’apparenza provi una sensazione stupenda, non vedi l’ora di tornare a casa per rivedere tutta la famiglia e gli amici, ma non è sempre così. A volte quando giunge quel giorni ridi e scherzi per non piangere perché dopo mesi di stretta convivenza con tutti i tuoi colleghi o meglio con tutti coloro che hanno fatto parte della tua famiglia, è come un qualcosa che lasci o che si spezza e quindi ti senti come un pesce fuor d’acqua. Ma quel giorno non si può rimandare. Appena torni è bellissimo rivedere mamma e papà, amici e parenti , e quella sensazione di tristezza svanisce; ma non appena passano alcuni giorni ti senti spaesato, non nel tuo mondo, e non fai altro che pensare alla stagione appena trascorsa.

Magari sei in auto e alla radio trasmettono una canzone che hai sentito mille volte in 6 mesi e che non avresti più voluto sentire, ma proprio lì ti tornano in mente milioni di cose tra risate ,balli, giochi e infine non ne puoi fare proprio a meno: non vedi l’ora di ripartire al più presto per un’altra stagione!!! Per concludere, a tutti coloro che ancora non sanno o credono che fare l’animatore sia solo un gioco, consiglio di scoprire un altro modo di vivere, pensare e condividere assieme a tante persone tanti bei momenti. In questo mondo non vi è miglior cosa per vivere meglio che sorridere, e così hai modo di regalarne un’infinità anche con un semplice gesto. E come mi ha insegnato un mio carissimo amico e mio mentore “Il buon marinaio in preda alla tempesta non prega per il buon vento ma impara a navigare”.   http://www.termedicastrocaro.it